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Accelerator Award

ACCELERATOR AWARD

Giornata Malattie Rare: Fondazione AIRC ha presentato partnership europea, oltre 32 milioni per 7 nuovi programmi di ricerca

Gentile Signora/ Signore,

probabilmente, la Sua visita a questo sito è motivata dalla necessità di maggiori e più approfondite informazioni sulla possibilità di cura dei Tumori Peritoneali. Considerate in passato malattie incurabili, tali neoplasie hanno suscitato nell’ultimo ventennio gli interessi della comunità medico-scientifica che ha messo a punto dei trattamenti che oggi consentono di ottenere importanti risultati sia sulla qualità della vita che sulla sopravvivenza. L’insieme di procedure di diagnosi e trattamento dei Tumori Peritoneali, costituiscono una complessa disciplina, spesso ad elevato contenuto tecnologico, relativamente giovane, che coinvolge competenze prevalentemente chirurgiche ma anche oncologiche e biologiche. Tale disciplina consente oggi, se ben applicata, di adottare il migliore trattamento in relazione alle caratteristiche biologiche, istologiche e di estensione delle neoplasie peritoneali. In questo periodo è gradualmente maturata la necessità di una nuova figura professionale con competenze specifiche su un’area clinico-scientifica innovativa come appunto lo Specialista in Neoplasie Peritoneali. Trattasi di una figura trasversale che nello stesso tempo deve colmare il vuoto di competenze diagnostiche e terapeutiche su questa specifica area in cui nel passato vi è stato uno scarso interesse clinico e scientifico. Le neoplasie peritoneali pur nella loro enorme differenza istologica e biologica, si presentano con un quadro clinico simile caratterizzato dalla presenza di lesioni neoplastiche sul peritoneo e liquido nella cavità peritoneale (ascite). In sintesi stessa presentazione clinica per patologie differenti.e pertanto si pone innanzitutto il problema della definizione della neoplasia primitiva che ha generato la neoplasia peritoneale da ricercare in un organo addominale o extra addominale tranne quei rari casi in cui si tratta di una neoplasia peritoneale primitiva

E’ pertanto necessario avere un bagaglio culturale sulla storia naturale e sul profilo biologico di tutte le neoplasie che possono generare una diffusione peritoneale al fine di giungere ad una corretta diagnosi. Va inoltre considerato che in tale area vi è un importante carenza di figure professionali dedicate alla diagnosi sia nell’ambito dell’imaging che della anatomia patologica. Lo specialista di neoplasie peritoneali necessita pertanto di una corretta interpretazione delle tecniche di imaging (TAC, PET, RMN) e di conoscenze interpretative patologiche che lo aiutino nell’interpretazione critica consentano una corretta diagnosi, una corretta valutazione prognostica necessari per la selezione dei pazienti candidabili ad un trattamento chirurgico. Tale figura è pertanto fondamentale e imprescindibile nel percorso diagnostico e terapeutico di un paziente che presenta una neoplasia peritoneale soprattutto alla prima valutazione e decisione terapeutica che generalmente poi condiziona in senso prognosticamente favorevole o sfavorevole la storia naturale della neoplasia peritoneale e pertanto l’andamento del paziente.

Metto volentieri a Sua disposizione l’esperienza maturata in oltre 25 anni da me dedicati a questa disciplina. Ho avuto la fortuna di lavorare, nel corso della mia formazione, con il Dr. Paul H. Sugarbaker (Whashington Cancer Institute USA) e con il Dr. Dominique Elias (Institute Gustave Roussy Villejuif-Francia). Con loro ho maturato le conoscenze sui trattamenti più attuali quali la Citoriduzione Chirurgica (CRS) e la Chemio Ipertermia Intra Peritoneale (HIPEC) e poi l’opportunità di trasferire in Italia, all’inizio degli anni ’90, tali conoscenze presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano dove tutt’ora opero in qualità di Responsabile della Struttura Semplice “Tumori Peritoneali”.

In tale periodo ho condotto, assieme ai colleghi chirurghi del mio gruppo ed in collaborazione con biologi e patologi, plurimi progetti scientifici che riguardano i Tumori Peritoneali sia rari come il Mesotelioma Peritoneale i Carcinomi Primitivi del Peritoneo ed il Pseudomixoma Peritonei sia le forme di più frequente riscontro come le cosiddette Carcinosi Peritoneali di varia origine (Ovarica, Colorettale e Gastrica). Abbiamo trattato oltre 800 pazienti con CRS+HIPEC pubblicando oltre 180 articoli scientifici e conducendo numerosi Studi Clinico-Biologici. Abbiamo inoltre contribuito notevolmente alla razionalizzazione di quest’area scientifica organizzando e conducendo la “Consensus Conference sui Tumori Peritoneali” che si è tenuta a Milano nel 2006. Abbiamo infine contribuito alla definizione delle linee guida sul trattamento delle neoplasie peritoneali. Sono certo che siamo solo all’inizio di un processo che ci porterà a maturare nuove conoscenze e metodiche di trattamento, sempre più efficaci per la cura dei pazienti con Tumori Peritoneali. Mi auguro che i contenuti di questo sito soddisfino le sue esigenze di conoscenza.

Dr. Marcello Deraco

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Regno Unito, Italia e Spagna alleate contro il cancro

Sabato 29 febbraio, in occasione della XIII edizione della Giornata delle Malattie RareCancer Research UKFondazione AIRC e Fundación Cientifica – Asociación Española Contra el Cáncer (AECC), hanno presentato sette innovativi progetti sostenuti con più di 32 milioni di euro complessivi nell’ambito dell’ultima edizione del bando Accelerator Award, che promuove programmi di ricerca internazionali quinquennali, basati sulla cooperazione scientifica tra Istituzioni e scienziati di Regno Unito, Italia e Spagna.

I progetti selezionati svilupperanno nuovi strumenti, piattaforme e infrastrutture per accelerare i progressi della ricerca oncologica traslazionale, alcuni dei quali su tumori rari, patologie per le quali spesso mancano terapie specifiche e farmaci dedicati. Al centro di alcuni programmi il miglioramento dell’integrazione tra radioterapia e immunoterapia e il consolidamento della ricerca sul mesotelioma, un tumore legato all’amianto che vede i casi crescere a livello mondiale.

TUMORI RARI IN ITALIA | 900mila pazienti e 89mila nuovi casi ogni anno

Il rapporto AIRTUM sui tumori rari in Italia del 2015 descrive 198 neoplasie di questo tipo, classificate in 14 gruppi omogenei sulla base delle caratteristiche cliniche e dei possibili specialisti di riferimento. La maggior parte di questi tumori, il 72%, è estremamente rara giacché riguarda meno di un caso ogni milione di persone. La rarità di ciascuna malattia non si traduce però, complessivamente, in un basso numero di persone colpite: su quattro pazienti malati di cancro uno ha un tumore raro. In totale si stima che in Italia i pazienti siano circa 900.000 e approssimativamente 89.000 i nuovi casi registrati ogni anno.

“I tumori rari, presi singolarmente, non attraggono l’interesse di chi sviluppa i farmaci e sono difficili da studiare perché i pazienti colpiti da queste malattie sono pochi. Per questo motivo abbiamo una conoscenza limitata di molti di questi tumori”, ricorda Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Fondazione AIRC. “Perché la ricerca sia la più efficace possibile, è necessario riunire le competenze di diversi Paesi. E questo è uno dei punti di forza dell’Accelerator Award, che vede uniti Fondazione AIRC, Cancer Research UK e AECC: insieme è possibile sostenere progetti di ricerca che accrescano le competenze e permettano di cercare nuove e più efficaci soluzioni terapeutiche”.

UN ACCELERATOR AWARD ITALIANO PER LA CURA DI UN TUMORE RARO DELL’APPENDICE

Tra i sette programmi che si sono aggiudicati il prestigioso Accelerator Award, uno è guidato dall’italiano Marcello Deraco, responsabile del reparto tumori peritoneali all’Istituto nazionale tumori di Milano. Il progetto vede al lavoro i principali centri che si occupano di questa malattia nei tre Paesi, di cui 4 in Italia, e può contare su un investimento totale di oltre 2 milioni 600 mila euro“Grazie all’Accelerator Award avrò la possibilità di collaborare con centri che seguono un elevato numero di casi di pseudomixoma peritonei – spiega Deraco – Solo così potremo mettere insieme un numero di pazienti sufficiente a capire meglio questa malattia rara. Il nostro obiettivo è identificare farmaci attivi contro lo pseudomixoma e individuare i sottogruppi di pazienti che potranno beneficiare di queste nuove cure”.

I ‘principal investigator’ degli altri 6 programmi che coinvolgeranno complessivamente 8 gruppi attivi in Italia sono: Paul French, dell’Imperial College di Londra, Kevin Blyth, dell’Università di Glasgow, Caroline Dive, dell’Università di Manchester, Alberto Orfao, del Centro de Investigación del Cáncer di Salamanca, Ignacio Melero, della Fundación para la Investigación Médica Aplicada di Navarra, e Robin Jones, dell’Institute of Cancer Research di Londra.

Iain Foulkes, direttore esecutivo di Cancer Research UK per la ricerca e l’innovazione, sottolinea l’importanza di non mettere confini alla battaglia contro il cancro: “Se l’andamento attuale sarà confermato, nei prossimi vent’anni i casi di cancro aumenteranno del 60% circa a livello mondiale. Ora che il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea, la necessità di collaborare in ambito scientifico è più importante che mai. È fondamentale che la ricerca internazionale continui a prosperare e non rischi l’isolamento. Il cancro è un problema globale e nessun Paese può affrontarlo da solo”.

Per AECC la collaborazione tra Paesi diversi è essenziale per accelerare la ricerca sul cancro”, ribadisce Ignacio Muñoz Pidal, presidente di AECC. “L’Accelerator Award consente ai ricercatori europei non solo di ricevere finanziamenti quinquennali, ma anche di accedere a una piattaforma di collaborazione internazionale in cui poter condividere dati e conoscenze”.

L’Accelerator Award offre ai migliori ricercatori a livello internazionale nei tre Paesi coinvolti la possibilità di attivare progetti congiunti, sfruttando tecnologie e competenze, per imprimere un’accelerazione alla ricerca sul cancro e arrivare al più presto a fornire nuove terapie a medici e pazienti. La cooperazione tra Italia, Regno Unito e Spagna prosegue ora con l’emissione di un nuovo bando al quale gli scienziati potranno sottomettere i propri progetti a partire dal 2 marzo.

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